Ogni giorno compiamo delle scelte. In ogni momento della nostra vita “decidiamo”.
Decidiamo cosa indossare la mattina.
Decidiamo a cosa prestare attenzione e a cosa dare priorità.
Decidiamo cosa mangiare.
La decisione, fa parte di noi.
Nonostante il nostro allenamento però, “scegliere” quando abbiamo di fronte qualcosa che percepiamo come importante ci mette in difficoltà.
Ci avete mai fatto caso?
In genere quando dobbiamo prendere una decisione in ambito relazionale o sentimentale tendiamo a procrastinare, mentre quelle che riguardano l‘ambito lavorativo ci fanno entrare in una vera e propria crisi nera.
Perché? Cosa rende il prendere una decisione così spaventoso?
La paura, il sentimento più antico del mondo.
La nostra percezione del rischio – anche se ipotetico e spesso ingigantito – ci porta a fuggire dalle scelte o a restare immobili in attesa che qualcun’altro scelga per noi. Se la scelta compiuta dagli altri ci aggrada ci sentiamo fortunati e ci prendiamo anche qualche merito.
Quando invece la scelta è negativa per noi ce la prendiamo con tutti tranne che con noi stessi. Facile, molto molto facile.
Ad alimentare ed influenzare le nostra paure, facendo si che si gonfino e sgonfino come un palloncino di fronte a precise situazioni impedendoci cosi di decidere sono moltissimi fattori, sia interno che esterne a “noi”.
C’è il fattore sociale, ossia l’insieme delle nostre relazioni con amici, familiari e colleghi : ciascuno ci rimanda alla propria visione della vita e all’immagine di quello che siamo, influenzandoci. Finiamo sempre per sentirci insicuri di fronte ad una decisione perché ” Tizio ci reputa poco capaci di poter fare quella cosa” o perché “Caio ci ha detto espressamente che siamo inadatti.
Pensateci.
A quante cose avete rinunciato perché “qualcuno vi aveva detto che…”?

Ci sono poi i fattori interiori, quelle catene che da soli abbiamo messo alla nostra mente e alla nostra capacità di scelta, in base alle nostre esperienze e a quelle degli altri, degli schemi su noi stessi, su come siamo fatti, su tutto quello che siamo in grado o meno di fare. Queste catene ci stringono forte e ci impediscono di muoverci a suon di “Non ci riuscirai mai”.
Infine abbiamo il fattore culturale, il modo nostro di percepire, sentire e interpretare la realtà che ci circonda. Modo che, ancora una volta, nasce dall’insieme di voci, pareri e convinzioni che abbiamo assorbito dalle persone che ci circondano, senza averne fatto un’esperienza personale. Questo è il caso dei pregiudizi, che ci spingono a prendere una decisione piuttosto che un’altra. Calzante in questo caso è un esempio lavorativo.
La nostra cultura ci ha insegnato che lavorare nei call center vuol dire “essere dei perdenti”. Operatore telefonico è sinonimo di persona che “ha rinunciato ai propri sogni per arrangiarsi”.
Ma comunque, stando a dati facilmente reperibili su internet, in italia sono circa 80.000 le persone che lavorano in un call center – outbund o inbound che sia – portando a casa uno stipendio regolare e dignitoso alla fine di ogni mese.
Stiamo quindi parlando di 80.000 perdenti?
80.000 persone che si stanno arrangiando?
Mi sembrano un po’ troppi.
80.000 persone che hanno saputo scegliere l’azienda giusta, prendendo in mano le redini della propria vita e decidendo per il proprio futuro? Si è plausibile.
350 di questi lavorano con noi, lavorano in RèSpeak da 5,6 e anche 10 anni, e mai hanno accennato al voler cambiare lavoro. Sono felici e stanno bene in un’azienda che si prende cura di loro. Hanno raggiunto la loro stabilità, perché sono stati in grado di mettere a tacere il ronzio delle voci nella loro testa, e si sono sintonizzati sulla decisione. Hanno deciso di voler provare, e sono stati premiati dalla vita.
Bisogna essere consapevoli di tutto ciò che sta condizionando la nostra vita in questo momento, di quei pensieri e quelle convinzioni che la stanno limitando ed evitare che siano siano loro a decidere il nostro destino!
Se iniziamo a pensare e sentire in modo diverso da quello abituale, se siamo più consapevoli, positivi e costruttivi, anche le nostre azioni procederanno di conseguenza….e le azioni daranno dei frutti che cambieranno noi stessi e la nostra vita!
Sta a noi la scelta se vivere una vita piena anziché mediocre!
Ogni volta che prendiamo una decisione in maniera consapevole , prendiamo in mano la nostra vita e ci rafforziamo!
Ricorda: alla fine ciò che determina le nostre azioni, chi siamo e dove andiamo nella vita sono le nostre decisioni.
Tu cosa hai deciso di fare?
Vuoi prenotare il tuo colloquio adesso trovando finalmente un lavoro, o vuoi continuare a dare la colpa agli altri?