Tutti abbiamo dei sogni che vorremmo realizzare, ma solo in pochi ci riescono. Perché?! cos’è che fa la differenza? La fortuna? Di certo gioca un ruolo importante, ma pensare che si possano realizzare i propri sogni solo grazie alla fortuna sa tanto di scusa. Se dipende tutto dalla Dea Bendata tanto vale fare il minimo indispensabile e lasciare che faccia lei il resto. Poi, se qualcosa va storto la colpa e tutta sua. Giusto? Fortuna, talento e un bel pizzico di ” tanto è inutile” sono le scuse preferite dei frignoni. Sono le scuse di chi preferisce piangersi addosso piuttosto che scorciarsi le maniche. E continuare a raccontarci queste scuse ci fa perdere tempo e ci fa bruciare un sacco di energie.
Il vero segreto per realizzare i nostri sogni si cela altrove…Il vero segreto sta in quanto desideriamo che quel sogno si realizzi.
Se vuoi raggiungere un traguardo devi volerlo con ogni cellula del tuo essere.
Devi desiderarlo come desideri una boccata d’aria fresca dopo essere rimasto un po’ troppo sott’acqua. Quando provi un desiderio di questo tipo smetti istantaneamente di raccontarti scuse, respiri e basta, pronto a lottare pur di riuscirci. In quel momento è l’unica cosa che desideri.

Ebbene, è questa la mentalità che bisogna raggiungere se si vuole coronare i propri sogni, ed è una mentalità che deve essere applicata in tutti gli ambiti della nostra vita.
Nello studio. Che senso ha continuare a sbattere la testa sui libri, tentare di applicare alla le migliori tecniche di apprendimento rapido, se hai perso il desiderio di studiare? Prima ancora di aprire il libro devi ritrovare la tua motivazione, visualizzare il tuo obiettivo e puoi muoverti per raggiungerlo, altrimenti perderai solo tempo.
Come anche nel lavoro. Continuiamo ad aspettare la famosa “chiamata”. Inviamo centinaia di curriculum sulla scia di quanto fatto dai nostri genitori 20 anni fa, sperando nell’arrivo del posto fisso. Che ci piaccia o meno, che sia giusto o meno, quel mondo è finito.
Se desideriamo davvero raggiungere la nostra indipendenza economica, dobbiamo esplorare nuove alternative per fare soldi.
Oggi come oggi se hai 30 anni sei troppo vecchio, se ne hai meno di 30 “devi fare esperienza”, se hai esperienza sei “troppo qualificato”.
Se poi sei una mamma i giochi sono chiusi dall’inizio, ti tolgono anche la possibilità di scendere in campo.
Per questo bisogna scorciarsi le maniche, abbandonare i pregiudizi che ci hanno trasmesso genitori, amici e familiari, togliere il freno a mano e metterci in gioco.
Come?
Sperimentando, provando. Devi essere pronto/a a cogliere ogni opportunità che la vita ti para davanti, piccola o grande che sia. La luce infondo al tunnel potrebbe essere più vicina di quanto pensi.
Ti faccio un esempio.
Mettiamo in caso che tu sia in cerca di lavoro.
Supponiamo che tu sia andato/a in tutte le agenzie interinali della zona, e che tu abbia risposto ad ogni annuncio di lavoro trovato online senza risultato.
Il tutto mentre i tuoi genitori ti accusano di “non fare abbastanza”, gli amici ti guardano in modo compassionevole e i parenti ti offrono aiuto economico per portare avanti la tua famiglia. Ormai sei schiacciato/a dall’ansia, e porti il cellulare con te anche in bagno, “che vuoi vedere che ti chiamano proprio quando sei li”
Hai fatto tutto quanto in tuo potere, ma il telefono continua a restare muto.Immaginiamo tu stia vivendo una situazione del genere.
Cosa faresti?
Certo, restare a casa in attesa della “chiamata” così come ti hanno insegnato potrebbe essere una soluzione, e poi?
Prima o poi il sussidio che percepisci finirà, ammesso tu lo stia percependo. E dovrai scorciarti le maniche, se realmente DESIDERI essere indipendente, se realmente DESIDERI garantire ai tuoi figli tutto il necessario, se realmente DESIDERI sentirti bene con te stesso/a. Perché di sicuro adesso tutto sei, tranne che orgoglioso di stesso/a. E di sicuro hai scartato a priori l’idea di andare a lavorare in un call center, lo so, ragioni ancora secondo il “mondo dei tuoi genitori”
Oggi, i call center danno a più di 80.000 persone uno stipendio dignitoso. Tra gli operatori ci sono principalmente donne, di quelle che hanno visto molte porte sbattute in faccia perché mamme. Subito dopo abbiamo gli studenti, che mossi dal desiderio di indipendenza hanno scelto un lavoro che lasci tempo per lo studio. Infine ci sono coloro che hanno iniziato nei call center per necessità, ed hanno poi finito per innamorarsi di questo lavoro.Insomma, rispetto al passato quello nei call center è un “vero lavoro”, con diritti, stipendi e contratto tutelati dalla legge.
E’ vero, esistono call center che pagano poco e che costringono gli operatori a lavorare in condizioni pessime. Ma questa non è la regola dei call center, è un’eccezione.
A fare la differenza è l’atteggiamento del datore di lavoro: bisogna solo saper scegliere l’azienda giusta, dando importanza ai giusti dettagli.
Aziende serie che trattano i propri collaboratori con il giusto rispetto esistono, anche in questo settore. Prova a leggere le nostre recensioni su Facebook, per riuscire a comprendere pienamente cosa sto dicendo.
Troverai tantissimi rimandi alla “rèale opportunità“, payoff del nostro marchio.

Una promessa che facciamo a tutti i nostri collaboratori.
Una promessa di crescita professionale e stabilità economica, concretizzata dai numerosi operatori che pur partendo dalle cuffiette ora ricoprono ruoli importanti.
Al momento contiamo più di 350 collaboratori, che lavorano nelle nostre sette sedi sparse tra Campania e Calabria.
Molti dei nostri collaboratori, i nostri RèSpeaker, sono in azienda da 5, 6 e anche 10 anni, e ad oggi non hanno mai preso in considerazione l’idea di cambiare lavoro. Come vedi il mondo in cui i tuoi genitori “facevano soldi” non esiste più.
Oggi anche un call center può darti la stabilità economica e il rispetto che meriti, SE scegli l’azienda giusta.
Ora, ipotizziamo che la situazione che abbiamo appena descritto corrisponda alla tua, a quella che stai vivendo adesso.
Quanto DESIDERI trovare una soluzione ai tuoi problemi?
Perché la vita ti sta mettendo davanti una nuova “rèale opportunità“.