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Perché, tra tanti lavori, dovresti scegliere proprio un call center?

Al momento esistono molti lavori part-time, che ti permettono di guadagnare conservando tempo libero. Tra tutti, però, quello nei call center è l’unico a darti anche la possibilità di acquisire nuove competenze professionali.

I call center sono la definizione dell’inferno lavorativo, il buco nero in cui cade chi non riesce a realizzarsi lavorativamente. Ancora non è chiaro però nè il come, nè il quando e nè tanto meno il perché, un semplice luogo di lavoro si sia caricato di tale e tanto significato retorico.

Sicuramente il grosso delle voci è nato a causa di datori disonesti, ma anche la frustrazione di chi ha dovuto accantonare i sogni per potersi mantenere, ha di sicuro esercitato un certo peso. Per non parlare poi dei pregiudizi legati alle selezioni del personale, considerate particolarmente “accessibili”.

Un operatore telefonico deve essere solare, proattivo, paziente, educato, deve saper usare il pc ed esprimersi nel modo giusto, tutte competenze più personali che accademiche. Questo ne ha fatto il rifugio -almeno nei primi anni – di una serie di persone depresse, avvilite e cariche di risentimento verso la vita, che hanno poi finito per sfogare su quello che è un lavoro come tanti.

Sì, perché lavorare in un call center non è la “disgrazia” che tutti descrivono, anzi. Lavorando in un call center, di quelli seri e professionali, puoi acquisire delle importanti conoscenze, che lavori come il lavapiatti o la dogsitter non ti possono dare.

Cosa si impara lavorando in un call center?

Sono circa 80.000 gli italiani che riescono a mantenersi grazie a questo lavoro. Alcuni esperti di marketing e comunicazione hanno mosso i loro primi passi proprio da qui, mentre, qualcun altro, ne ha ricavato delle preziose competenze utili nel lavoro e nella vita.

Riuscire ad elencarle tutte renderebbe questo scritto chilometrico, per questo mi limiterò ad elencare solo quelle che ritengo essere le più importanti:

#1 La comunicazione: essere operatore telefonico comporta dover parlare con un gran numero di persone appartenenti a diverse fasce d’età, livello culturale e razze. Tutto il giorno tutti i giorni. Così facendo s’impara ben presto a relazionarsi con gli altri, e a modificare il nostro modo di comunicare in base a chi ci si trova di fronte.

2# Metodo di lavoro: che si tratti di un call center inbound o outbound, il lavoro svolto viene sempre e comunque monitorato attraverso dei Kpi, ovvero dei parametri all’interno dei quali muoversi. Tale schema lavorativo fa si che si acquisisca l’elasticità mentale necessaria a creare un metodo di lavoro o di studio, che entrerà a far parte del bagaglio di competenze di una persona

3#L’autocontrollo: può capitare, al pari di quanto succeda con qualsiasi altro tipo di lavoro, che s’incontri un cliente “scostumato”. Con il tempo si imparerà a gestirlo, e ad acquistare una certa dose di autocontrollo, sempre utilissima nella vita.

4# Il tono di voce: a chi non è mai capitato di essere frainteso a causa del tono di voce utilizzato in una conversazione? Bhe, al telefono si comunica solo attraverso le parole, e di certo è un’ottima palestra per allenarsi.

5# Il rigore: il guadagno, quando si lavora in un call center, è dato anche dalle provvigioni. Più vendi più guadagni, praticamente sei tu a decidere il tuo stipendio. Questo insegna a fissarsi degli obiettivi e a raggiungerli.

Ultime, e non per importanza, abbiamo le tecniche di vendita.

Voi direte: ” se non fai il venditore di mestiere a che ti servono?” A tanto.

Hai presente quando, tu e il tuo compagn* discutete sul dove andare in vacanza? In quel momento tu stai vendendo la tua idea, e il conoscere le tecniche di vendita ti aiuterà ad averla vinta.

E questo è solo un esempio. Potrei citare almeno altri 10 casi in cui, inconsapevolmente, ti sei trovat* a “vendere” te stesso o le tue idee. Siamo tutti venditori, e il nostro corso di formazione può insegnarti a farlo per lavoro.

Voglio saperne di più

Come migliorare la tua vendita telefonica, i consigli degli esperti

Come gestire la maleducazione del cliente

“La via in salita e la via in discesa sono un’unica via”, così disse Eraclito una volta e questo scopri tu ogni giorno.

Sì, perché se sei nel mondo delle vendite, ti è già capitato, ti capita e ti capiterà di dover fronteggiare delle situazioni difficili, come quelle dovute alla maleducazione del cliente.

L’insulto è già di per sé poco elegante, se poi, a essere insultato è qualcuno che sta semplicemente facendo il suo lavoro, l’atto diventa deplorevole. Sicuramente sarà capitato anche a te d’inciampare in una persona del genere, anche tu, ti sarai sentito/a dire delle cose poco carine.

Come hai reagito? Ti sei abbassat* al livello del tuo interlocutore?

Non credo. Un venditore sa bene che rispondere allo stesso modo non è la strada da percorrere…ma neanche porgere l’altra guancia.

Le parole che ascolti in quel momento non sono un attacco personale, il cliente non ti conosce abbasta per poterlo fare. Stai semplicemente ascoltando qualcuno che sta sfogando le sue frustrazioni.

Lascialo parlare, non interromperlo e non provare a fermarlo. Lo so, non è facile, ma è il modo giusto per averla “vinta”.

Resta in silenzio fino a quando non dirà ” Pronto?” A nessuno piace parlare da solo, prima o poi lo dirà.

A questo punto ti trovi di fronte a due scenari, e a scegliere sarai tu:

Scenario 1 – Pronunci una frase del tipo:
” a quanto capisco, il suo problema principale è_______________” e poi ripeti quanto ti è stato detto.
È probabile che il cliente si imbarazzi, e riconosca di aver esagerato.
In questo caso puoi cantare vittoria, è fatta. Il cliente è dalla tua parte, ora puoi continuare.

Scenario 2– Rispondi in questo modo :
” Signor X, quando lei mi parla così, sento che non posso più esserle d’aiuto. Se lei è disposto a lavorare con me e a mettere a fuoco il problema, credo che troveremo una soluzione. Però, se continua a usare le volgarità, la mia integrità mi costringe a mettere fine a questa conversazione. “
Se le imprecazioni continuano, fai quello che hai promesso di fare. Lascia passare un po’ di tempo e magari richiamalo, se il tuo stato d’animo è giusto e non sei in collera.

Perché dovresti richiamare una persona che ti ha insultato?

Perché sei un venditore, e ci sono buone possibilità che il “cliente”, sentendosi in imbarazzo, voglia sdebitarsi con te.

 

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Gennaro Lenta, la vera storia dietro alla Rèale Opportunità

Questa è la storia di un ragazzo di 38 anni nato e cresciuto a Napoli, in una famiglia di origini modeste, una di quelle in grado di trasmetterti l’importanza di valori come la sincerità e la correttezza.
Una di quelle famiglie che conosce bene cosa vuol dire la “fatica” e che quando pronuncia quel termine, che sia in napoletano o in italiano, sa bene di cosa parla. “Fatica”, per chi non lo sapesse, nel nostro dialetto significa sia sforzo fisico che lavoro.

Un doppio significato che la dice lunga sul retaggio di una popolazione, e sull’eredità spirituale che questa possa trasmettere ad un ragazzino.
Se cresci in una famiglia dove tutti “faticano” tu impari a “faticare”.
Se poi hai un carattere intraprendente come Gennaro, non solo vuoi “faticare” ma vuoi “faticare” il prima possibile.
Eccolo quindi, ancora minorenne, a vestire i panni di cameriere, meccanico, contadino e altro ancora.
Ancora prima d’aver raggiunto la maggior età aveva collezionato talmente tante esperienze lavorative da far invidia a persone molto più gradi di lui.

Ma non era soddisfatto.

Inizia quindi a lavorare nell’azienda di alcuni parenti. Lavora sodo, si fa strada, è pronto ad imparare e a mettersi alla prova. Sta crescendo. La vita però ostacola il suo cammino.

Il momento difficile arriva sempre


A 16 anni ti senti il padrone del mondo, e in un certo senso lo sei.
Hai tutta la vita davanti, e questo ti rende spavaldo e incosciente.
Ti credi indistruttibile e sfidi la sorte a suon di “non capiterà mai a me”, ma le cose capitano. Gli incidenti succedono, e possono comportare delle gravi conseguenze, soprattutto se avvengono in sella ad un motorino.
Fratture multiple, lesioni, i danni fisici sono tanti, sono gravi. La sedia a rotelle diventa il suo nuovo motorino. I dottori sono titubanti, non sono certi che un giorno si rialzerà ma non lo escludono. È tutto un “forse”. Le parole hanno un peso e possono incasinarti la vita, ma lui non si lascia condizionare.

Vuole rialzarsi.

La strada è lunga, la riabilitazione è pesante e la stanchezza è tanta. Qualche volta non è sicuro di farcela, e il dolore è un peso continuo sul petto che a tratti gli toglie il respiro. Ma vuole rialzarsi, e la sua determinazione l’aiuta a farlo.
A guardarlo, solo uno spettatore attento può accorgersi della differenza tra lui e un ragazzo qualsiasi. Il trauma fisico sembra essere passato del tutto, le ferite dell’anima le curerà con il tempo.
Imperterrito Gennaro riprende a cercare la sua strada. Come se nulla fosse accaduto si scorcia le maniche e si rimette in pista.
La vita però non si arrende, e gli mette di nuovo i bastoni tra le ruote.
Questa volta gli porta via qualcuno.
Qualcuno d’importante, di insostituibile, soprattutto per un ragazzino.
Gli toglie la sua guida, colui che lo stava accompagnando per mano sulla strada per diventare uomo.

Gli toglie suo padre.

Perdere un padre è sapere di non avergli detto tutto; di non aver avuto il tempo per fargli capire che quello che tu sei è anche merito suo. Per giorni non ti rendi conto di cosa è successo, non realizzi e le lacrime non scendono. Ma arrivano. Prima o poi arrivano.

È devastato, ma ancora una volta affronta tutto a testa alta.

Lo deve a sua madre, a sua sorella ma soprattutto lo deve a suo padre, è lui ora l’uomo di casa e deve provvedere alla sua famiglia.
Poi un giorno ecco arrivare “La” telefonata, quella che ti cambia la vita, la chiamata che tutti aspettano.


Non è mai stata solo una questione di guadagno


Al mondo esistono due diverse tipologie di persone: chi si accontenta di un qualsiasi lavoro purché si guadagni, e chi mira a realizzare i propri sogni, lasciandosi guidare da quella famosa vocina che sente perennemente ronzargli nella testa.

Gennaro appartiene all’ultima categoria.

Per questo quando un’azienda statale grandissima lo contattò per comunicargli che era stato assunto, lui rispose “no grazie”
Il contratto a tempo indeterminato era lì a un passo.
Il traguardo che fin da piccoli ti indicano come il solo ed unico da raggiungere, stava per essere tagliato. Dall’altro lato del nastro s’intravedevano in lontananza la sicurezza economica che ti permette di costruirti una famiglia, la stabilità, la pace.
Ma la somma che ti accreditano sul conto corrente a fine mese, basta sul serio a pagare il tempo che vendi all’azienda?
I tuoi sacrifici verranno tutti ripagati?

Forse aveva in testa queste domande quando rispose “No grazie”.

Non provate a chiedergli il perché, ancora oggi non né è sicuro.
Racconta di essersi visto al telefono guardandosi dall’esterno.
Come se non fosse stato lui a rispondere.
Come se non fosse stato lui a parlare.
Ovviamente per le persone che lo circondavano era difficile riuscire a capire il perché di tale decisione. Rifiutare un posto fisso è da pazzi, per chi guarda al guadagno. Chi guarda allo stipendio non capisce il valore di un sogno.
Da qui l’inizio di un nuovo periodo durissimo, coronato da un investimento sbagliato, l’ennesimo.

I risparmi? Persi.
I risparmi delle poche persone che avevano creduto in lui? Persi anche quelli.
Ancora una volta si ricominciava da zero, e con meno soldi di prima.
Ma non rimpianse mai quel posto fisso.
Per lui non era mai stata solo una questione di guadagno, c’erano i suoi sogni in ballo.


La tenacia premia gli audaci con la Rèale Opportunità

Quindi rieccolo, ancora una volta pronto a riprovarci.
Inizia a fare il venditore. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul suo successo, era troppo timido e introverso per riuscire a far carriera in un settore come quello.
La tenacia però premia gli audaci.
Taglia i primi traguardi, quel settore gli piace e scopre di aver talento. Resta però un ingranaggio in quella enorme macchina, e lui vuole di più.
Decide quindi di fare un tentativo, ma le sue finanze sono ancora molto provate. Non ha molto da investire, tranne talento e una buona dose di problem solving. Corre a comprare una serie di Sirio usati, i re dei telefoni di quel tempo, e si mette all’opera.

Arrivano i primi momenti di difficoltà, ma questa volta si alternano a grandi soddisfazioni. C’è qualcosa di diverso, lui è diverso.

Tutto inizia a filare per il verso giusto, l’attività cresce e diventa un’azienda, diventa Jolen Group.
Il ragazzo c’è l’ha fatta.
È cresciuto, è sposato, ha figli. Può permettersi “degli sfizi”.
A guardarlo da fuori sembra essere arrivato, ma lui non è soddisfatto.
Se c’è una cosa che la vita gli ha insegnato è che non sono i beni materiali a renderti migliore.
Vuole qualcosa di più.

Vuole fare la differenza in una società che non ti dà opportunità ma te le toglie.

Vuole dare una mano a chi come lui sta cercando la sua strada.

Nel 2016 crea il call center RèSpeak e si trasforma in Gennaro Lenta l’imprenditore. A chiunque entri a far parte dell’azienda viene fatta la promessa delle “Rèale opportunità” di crescita professionale.

Chiunque voglia può crescere e far carriera, affiancando alla buona volontà e all’impegno tutti i mezzi messi a disposizione dall’azienda stessa, ovviamente a titolo gratuito.

Nel SUO di call center non esistono turni estenuanti o paghe minime.

Nel SUO di call center si lavora nel rispetto della legge.

Nel SUO di call center vengono prima le persone e poi i numeri.

Perché lui è uno di quegli imprenditori che ha sperimentato cosa vuol dire “lavorare nei call center” e ricorda bene da dov’è venuto, e cosa ha dovuto subire per arrivare dov’è ora.

Chi, meglio di una persona che conosce il brutto di questo mondo può porvi rimedio?

Questa sorta di favola moderna viene raccontata nelle 4 diverse sedi di RèSpeak, da ben 350 collaboratori, che lavorano anche in smart working da tutta Italia. 350 persone che hanno incrociato la loro storia con quella di Gennaro Lenta, l’uomo delle “Rèali opportunità”.

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Come nasce RèSpeak, il call center delle Rèali Opportunità?

C’era una volta tanto tempo fa un giovane che aveva deciso di scommettere il tutto per tutto sul suo futuro.
Oggi conoscete quel ragazzo come Gennaro Lenta l’imprenditore, il capo supremo di RèSpeak ma, all’epoca del nostro racconto, era semplicemente Gennaro, e leggerete la sua storia personale tra un po’.

L’unica cosa che vi interessa sapere al momento, è che quando ha iniziato, il nostro CEO non era poi così diverso da voi e me: un ragazzino senza soldi e tanti sogni nel cassetto, realizzati grazie ad una buona dose di caparbietà.

Il coraggio fa la differenza, e lui di certo ne ha avuto tanto quando, intravista una Rèale opportunità di guadagno nel mondo dei call center, decise di mettersi all’opera acquistando l’attrezzatura necessaria a buon mercato.

All’inizio erano solo lui e dei Sirio usati, in un piccolo ufficio a Marano. All’epoca lavorava per imparare, e fare esperienza sul campo gli sembrò la scelta giusta per acquisire le conoscenze necessarie ad avviare l’attività.

I corsi di formazione e lo studio teorico sarebbero arrivati poi.

In quel periodo non poteva ancora permetterseli, come non poteva ancora “pagare gli stipendi” o la ristrutturazione dell’ufficio, che portò a termine da solo.

In principio erano 40 postazioni

Dopo aver superato le difficoltà iniziali a trovare il denaro da investire e svolto attività burocratiche da far impallidire un notaio, l’attività iniziò ad ingranare: l’esperienza sul campo aveva dato i suoi frutti.

Ora i soldi iniziavano ad entrare, e si potevano pagare gli stipendi.

Fu cosi che da quel primo ufficio si passò, nel 2013, a quella che oggi è la sede di Marano, che all’epoca aveva solo 40 postazioni, neanche tutte occupate. Si lavorava su una sola commessa e i sistemi a nostra disposizione oggi erano solo un lontano miraggio. Carta e penna erano i principali strumenti del mestiere e tutto veniva svolto manualmente. Gli alto performanti erano pochissimi e non esisteva un piano di carriera.
Nonostante la Rèale opportunità fosse ancora un’utopia, quel call center iniziava già a distinguersi dagli altri.

Il numero degli operatori aumentava di giorno in giorno, e si iniziarono ad aprire nuove sedi, tra cui quella di Davoli e Rende in Calabria.

Quando si ha la responsabilità di decidere per il bene dell’azienda non si può pensare al singolare, bisogna pensare al bene di tutti.

Vendere vuol dire tante cose: stabilire delle connessioni, trasmettere fiducia, creare un rapporto con l’altra persona.

Fare il bene di tutti, in quel momento, voleva dire perfezionare la formazione.

Il momento della svolta era vicino.

2016 – la nascita del marchio

La realtà cambia in continuazione sotto la spinta di diversi fattori. Chi resta fermo rischia di non avere più un rapporto creativo con il mondo. Bisogna saper innovare, e innovazione è la parola che più di ogni altra caratterizza la vita di Gennaro Lenta.

Dal suo punto di vista innovare significa assumersi la responsabilità di fare la propria parte nel mondo, facendo crescere in qualità le relazioni con le persone. Questo approccio fa la differenza per l’essere umano, inteso come singolo essere pensante, per l’imprenditore e tutti i suoi collaboratori.

Se si agisce così, il risultato si muove verso la crescita, qualitativa e personale. Se si agisce così ci si muove verso il successo, e si è destinati a lasciare il segno. Se si agisce così si creano le Rèali opportunità.

Il marchio RèSpeak nasce nel 2016 con un obiettivo ben preciso: regalare la Rèale opportunità, a quelli che da quel momento in poi saranno chiamati RèSpeaker.

Nasce il piano di carriera e vengono gettate le basi per quella che sarà poi la Rèvoluzione.

Per prima cosa vengono stravolte le sedi.

In tutte si istallano i pannelli fonoassorbenti, che eliminano il riverbero: l’eco caratteristico dei locali dove ci sono molte persone. Avete presente quando al ristorante non riuscite a conversare con i vostri amici o parenti a causa del rumore? Ecco, il riverbero è quello.

Le postazioni “gabbia” vengono abolite. Si studiano e costruiscono delle moderne station ( dotate a loro volta di pannelli ) che permettono ai RèSpeaker di parlare tra di loro, di aiutarsi in caso di difficoltà, di diventare amici e anche di più. Si acquistano sedie comode ed ergonomiche. Si posizionano le piante ma, soprattutto, si investe in nuovi sistemi che rendono il lavoro più veloce e pratico.

Il viaggio verso il futuro è iniziato.

2017 – apre la sede di Catanzaro

L’8 maggio del 2017 il nostro marchio taglia un’altra tappa importante, la firma del contratto d’affitto di quell’immobile che diventerà poi la sede di Catanzaro.

RèSpeak era già in Calabria, e da diverso tempo operavamo sul territorio con grandissimi risultati, ma quella della sede di Catanzaro è una storia particolare che merita di essere raccontata.

Per chi non lo sapesse, la sede in questione si trova in via Lucrezia della Valle, all’interno di una galleria commerciale. Era una galleria d’arte, potete quindi immaginare quanto alti fossero gli standard del proprietario e quanto bello sia l’ufficio. Cercatelo su Google maps.

È stato amore a prima vista, ma quell’amore non è stato ricambiato, almeno non subito.

La prima risposta ricevuta dal proprietario del locale quando gli abbiamo detto che volevamo affittarlo è stato un secco “No”.

Perché? Provate ad indovinare…

Sì, esatto.

Non voleva affittarcelo perché siamo un “call center” e i call center si sa, prestano poca attenzione alle cose altrui. Ma gli è bastato conoscere meglio l’azienda e la nostra area manager della Calabria Giusy Fabiano per cambiare subito idea.

2018 – l’headquarter di via Toledo

𝟐𝟐 𝐃𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟏𝟖, una marea di persone si muove lentamente tra le strade del 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑁𝑎𝑝𝑜𝑙𝑖.

Qualcuno cerca i regali di Natale “dell’ultimo minuto”.

Qualcun altro si gode la magica atmosfera natalizia, che riscalda il cuore di grandi e piccini mentre, qualcun altro ancora, freme per l’imminente arrivo del Capodanno e salta da un negozio all’altro alla ricerca dell’abito perfetto.

È comprensibile.

Il Capodanno rappresenta una metaforica porta verso un futuro ancora da scoprire, ricco di opportunità e di sorprese.

Apparire al meglio è importante.

La stessa metaforica porta si stava aprendo in quello stesso momento al 𝙩𝙚𝙧𝙯𝙤 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙖 𝙏𝙤𝙡𝙚𝙙𝙤 156, per accogliere coloro che avrebbero scritto un nuovo capitolo nel libro della storia dell’azienda, trasformandolo in un best seller.

Oggi varcando quella porta si entra nel quartier generale di via Toledo, la “testa che regge la corona di RèSpeak”.

È qui che, ogni giorno, nascono le Rèali opportunità, ed è da qui che verranno gettate le basi per il continuo di questa storia, che ha il suo nuovo episodio nella nascita dello smart working.

2020 – Arriva lo smart working

Nessuno ce la fa da solo. Quando vedi grandi cose realizzate non sono state realizzate da una sola persona.

C’è bisogno di costruire un team e circondarsi delle persone migliori da cui apprendere, con competenze complementari alle tue, ma soprattutto di persone sulle quali puoi contare e che abbiano meritato rispetto e fiducia. Persone in grado di aiutarti a superare le difficoltà, e anni “particolari” come questo.

Il 2020 è stato probabilmente il viaggio più impegnativo della vita di tutti noi.

Un viaggio che ci ha notevolmente cambiati sia come persone che come azienda. Durante questi 365 giorni ne sono successe di tutti i colori.

Una pandemia globale… l’avreste mai immaginato? Noi no, ma eravamo ugualmente pronti e tutto è andato per il meglio. Abbiamo continuato a lavorare senza problemi, e rispetto ad altre persone siamo stati fortunati, tanto.

Lontani ma pur sempre vicini” abbiamo mantenuta viva l’atmosfera che rende RèSpeak così diverso dagli altri call center, ravvivando le giornate a suon di contest, quiz, sfide e tante risate.

In principio eravamo soli, poi ci siamo chiesti: Perché non rendere accessibile a tutti la “Rèale Opportunità”?

Non solo nel momento dell’emergenza ma ogni volta che qualcuno, sposando i nostri valori, decida di indossare le cuffie e correre verso traguardi personali e professionali.

Così è nata la nostra sede virtuale che, a oggi, conta più di 100 RèSpeaker collegati da qualsiasi punto dell’Italia.

Il primo passo di un lungo viaggio, mirato a rendere Rèspeaker, il call center delle Rèali Opportunità, una consolidata Rèaltà nazionale.

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Perché la formazione è importante, quando si lavora in un call center?

So cosa stai pensando: “ Sto cercando un lavoro in call center e devo frequentare un corso di formazione?”. Ti capisco, ma quello su cui voglio farti riflettere è la possibilità di investire su te stesso/a, affrontando un percorso formativo (gratuito) che ti aiuterà a ottenere il lavoro che vuoi, e a migliorare la tua vita. Tutto questo inviando la candidatura per lavorare in un call center? Sì, se il call center in questione è RèSpeak.

Il mondo dei call center in Italia è vasto, le opportunità di lavoro di certo non mancano e non viene richiesto alcun requisito. Vi siete mai chiesti il perché? Ora ve lo spiego io.

I call center pagano poco.

Quello dell’operatore è un lavoro “senza titolo di studio”, nel senso che “L’Università della vendita” non è stata ancora inventata. Un identikit del venditore esiste. Esiste l’elenco delle caratteristiche e delle conoscenze, che una persona deve avere per diventare un buon venditore. Ciò che manca è il “pezzo di carta”, lauree/ certificati/ diplomi, che attestino tali conoscenze. In assenza di qualcosa da leggere ( soprattutto nel caso delle persone senza esperienza ), il venditore viene assunto dopo aver superato un semplice colloquio conoscitivo.

Nel caso del venditore telefonico ops dell’operatore, scusate, il colloquio è di solito una chiacchierata informale. Nulla di più, nulla di meno. Questo perché, i call center, mirano a buttare dentro quante più persone possibili, al fine di raggiungere l’equilibrio perfetto tra ore di lavoro e spese. Se poi ti esce fuori quello che ti chiude qualche contratto, bene. Lo si tiene dentro insieme agli altri, e si avvia un nuovo ciclo di assunzioni alla ricerca del fuoriclasse.

Non è detto, però, che chi sia stato scelto per restare lo sia.

Il più delle volte si tratta di una persona che riesce a stipulare 4-5 contratti al mese, quando tutto va bene. Quindi, RESA BASSA + FISSO ORARIO BASSO = operatore telefonico che guadagna poco.

Questo è solo il riassunto di un loop di assunzioni-licenziamenti che dura all’infinito.

Che conoscenze servono per diventare un “buon” operatore telefonico?

Prima di tutto bisogna avere competenze informatica, visto che si lavora prevalentemente al computer. Una buona dialettica è vitale, se si vuole far colpo sul cliente mentre, la cultura generale, serve per avere sempre nuovi spunti di discussione con il cliente e creare rapport.

Poi ci sono le doti caratteriali. Il problem solving primo su tutti, la capacità d’ascolto, pazienza, attenzione ai dettagli e ottima gestione dello stress.

Chi è in possesso di queste conoscenze e caratteristiche, inizia a lavorare già con buone probabilità di guadagnare il “giusto”.

In cosa consiste un corso di formazione per operatori call center?

Di solito i corsi di formazione organizzati all’interno dei call center servono a due cose: istruirti sul prodotto e a consegnarti uno script, che dovrai poi imparare a memoria. Cos’è uno script? Un copione che si recita in chiamata, e che ti guiderà durante la conversazione con il cliente. Almeno fino a un certo punto.

Una volta iniziata la conversazione bisogna anche concluderla, e concluderla con una vendita. Qui entrano in gioco le tecniche di comunicazione e di vendita, e la maggior parte dei corsi di formazione organizzati dai call center le accennano soltanto.

In cosa consiste il corso di formazione di RèSpeak?

Il nostro corso di formazione dura 7 giorni: 4 di teoria e tre di pratica. Lo so cosa stai penando: ” 4 giorni a studiare?” Sì, tornerai a scuola.

Durante la prima parte del corso la nostra Formatrice toccherà, e non esattamente in quest’ordine, i seguenti punti:

1- Una giornata viene dedicata alla formazione tecnica, ovvero ad imparare come si usano i nostri sistemi, la gestione di una chiamata, il controllo dei contratti e così via.

2- Una giornata, invece, è completamente dedicata al prodotto: luce e gas, piuttosto che prodotti per il marketing o fotovoltaico etc…

3- Un’altra giornata ancora, viene dedicata alle tecniche di vendita., allo studio della piramide dei bisogni e delle leve motivazionali.

4- Una giornata intera è riservata alle tecniche di comunicazione e PNL.

E questo è il programma del solo corso di formazione di base. Quelli dei corsi di formazione avanzati sono troppo lunghi e articolati da scrivere qui, sappi solo che vanno ad approfondire e articolare gli argomenti elencati in precedenza. Poi ci sono i veri livelli del pacchetto Office.

Insomma, chi supera il nostro processo di selezione entra a far parte di un percorso formativo che ti da la possibilità sì di imparare un nuovo lavoro, ma anche di crescere come persona. A tutti fa comodo imparare a farsi ascoltare, no?!

Chi supera il nostro corso di formazione, poi, lo fa per diventare un RèSpeaker, un venditore telefonico professionista e non un operatore telefonico perché quelli si sa, guadagnano poco.

Partecipa al nostro corso di Formazione e lavora con noi in Campania

Partecipa al nostro corso di Formazione e lavora con noi in Calabria

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Il venditore, il lavoro che non morirà mai

L’economia globale muta alla velocità della luce. Le conoscenze che ieri hanno garantito ai nostri genitori la possibilità di firmare un contratto a tempo indeterminato oggi, al massimo, ti rendono qualificato/a per uno stage. E andrà sempre peggio. Se da un lato, però, i dati sull’occupazione risultano preoccupanti, quelli sulla produzione sono incoraggianti. L’essere umano è un consumatore compulsivo. La produzione di prodotti e servizi non cesserà mai, e ci sarà sempre bisogno di qualcuno che li venda: che si tratti di venditore porta a porta, vendita telefonica, vendita in un negozio oppure online.

Anche dietro ad Amazon, per quanto computerizzata possa essere, ci sono delle persone, tante persone. Di quelle che ti rispondono al telefono quando hai un problema, o hai bisogno di informazioni, anche questa è vendita.

Fino a quando l’umanità esisterà ci saranno sempre prodotti da vendere, e ci sarà sempre bisogno di qualcuno che lo faccia. Sempre.

Quello del venditore è il lavoro che non morirà mai. Come potrebbe? Lo so cosa stai pensando, e lascia che ti racconti una storia

Negli anni ’60 l’Olivetti – una delle aziende più importanti al mondo nel campo delle macchine da scrivere- condusse un sondaggio tra le mogli dei propri venditori: nessuna di queste usò mai la parola “venditore” nel descrivere l’impiego del marito

Coma darle torto?

Una volta la vendita era l’ultima spiaggia per chi non era stato abbastanza bravo a scuola, da assicurarsi un lavoro di ufficio.

La vendita era considerata un’attività ignobile e il venditore un truffatore.

Oggi le cose sono diverse, sì, ma sopravvivono alcuni luoghi comuni:

  • Non è un lavoro stabile
  • Il venditore raggira le persone
  • È un lavoro per gente senza un titolo di studio
  • È un lavoro che non dà futuro

Tu di sicuro hai pensato una di queste cose, ne sono certa. Tutte credenze che, per quanto radicate, possono essere messe in discussione utilizzando la logica. Iniziamo dalla prima.

  1. Non è un lavoro stabile

Conoscete un venditore disoccupato? No. Al contrario, provate a navigare su un sito dedicato alla ricerca del lavoro, Injob, subito.it, carrerijet o anche linkedin. Noterete che la maggior parte delle offerte di lavoro sono indirizzate proprio alla ricerca di venditore, telefonici e non.

2. Il venditore raggira le persone

Essere spigliati aiuta di sicuro nelle vendita, ma raggirare è tutt’altra cosa. L’etica, signori miei, è quello che fa al differenza, e la fa in qualunque lavoro. Il venditore che raggira le persone esiste, come esiste l’impiegato che ruba i soldi ai clienti o la commessa che ti mente spudoratamente, quando le chiedi ” mi sta bene questo jeans?”. Non è la vendita che rendita una persona scorretta, è la persona a esserlo.

3. È un lavoro per gente senza titolo di studio.

È vero. Non esiste un master in vendita telefonica o l’università della vendita, ma questo non vuol dire che il venditore sia un ignorante. Vendere è un’attività che richiede una formazione costante. Conoscere a menadito la propria azienda e il prodotto che si pubblicizza non basta a essere un buon venditore. Bisogna avere una buona alfabetizzazione informatica, conoscere i CRM, le regole del marketing e le tecniche di comunicazione. Si nasce venditori, è vero, ma per diventare un professionista, uno di quelli che porta a casa LO stipendio, bisogna studiare, impegnarsi e migliorarsi costantemente.

4. È un lavoro che non da futuro

È vero. Quello del venditore è un lavoro che non dà futuro è il futuro. Prendete l’anno 2020, quello della Pandemia. Molte attività hanno chiuso i battenti altre, invece, sono sopravvissute. La maggior parte di queste erano attività basate sulla vendita di prodotti, con in organico una rete vendita consolidata. Molti venditori non potendo più incontrare le persone Vis a Vis si sono ingegnati, e hanno iniziato a usare il telefono. Il loro posto di lavoro è sopravvissuto alla Pandemia. A un evento che nessuno ha previsto, e ne tanto meno avrebbe potuto prevedere.

La nostra azienda è fatta di venditori telefonici e, anche noi, in questi due anni abbiamo lavorato senza mai fermarci. Forse anche più del solito. Il marchio RèSpeak, il call center delle Rèali Opportunità, è diventato famoso in tutta Italia proprio negli anni della Pandemia: quando abbiamo avviato la modalità di lavoro in smart working.

Di cosa ci occupiamo?

Vendita di prodotti per il marketing, fotovoltaico, prodotti per l’estetica e tanto altro ancora, ma assumiamo solo nuovi RèSpeaker dedicati alla vendita di luce e gas per residenziale e business.

Chi sono i RèSpeaker?

Venditori che si sono fatti le ossa nel settore, partendo appunto dalla vendita di luce e gas, per poi trovare “la tua Rèale Opportunità all’interno dell’azienda. Per alcuni, la Rèale Opportunità e stata proprio quella di restare sul quel tipo di vendita mentre, qualcun altro, una volta seguiti i nostri corsi di formazione ( ovviamente gratuiti ) si è fatto spostare su altre lavorazioni. Con noi ognuno è libero di seguire le proprie inclinazioni e interessi. Sei appassionato di marketing? Benissimo, abbiamo il tipo di lavoro che fa per te, ma prima di spostarti, dobbiamo essere sicuri che tu sia un venditore con la V maiuscola.

In molti lavorano da casa, lontani chilometri da noi e, per quanto possiamo esserti vicini anche da lontano ( utilizziamo dei sistemi all’avanguardia ) c’è bisogno che tu abbia una certa dimestichezza con il lavoro, anche perché a scegliere a che ora iniziare il turno sarai tu.

Mi spiego meglio. Gli uffici sono aperti dalle 9:30 del mattino e chiudono alle 20:30, i venditori iniziano a lavorare alle 10. Se scegli di iniziare alle 9:30 puoi farlo, ma sarai senza assistenza, Coach e Supervisor iniziano alle 10. Per questo, prima di prenderti questo tipo di “libertà” è bene che tu abbia delle gambe salde, per poter camminare da solo/a. Anche perché chiediamo di garantire da un minimo di tre ore e trenta a un max di cinque ore lavorative al giorno ( continuative ) e potrebbero passare lentamente, se non hai con te qualcuno che ti assiste.

Perchè questa libertà di orario? È la base dello smart working. Tieni presente però che il nostro è un fisso mensile, calcolato sulle ore lavorate quindi, quando guadagni lo scegli tu.

Ora che hai tutte le informazioni ti faccio una domanda: vuoi imparare i segreti del mestiere che non morirà mai? Compila il modulo. Ti sarà inviata una mail, contenente le istruzioni per prenotare il tuo colloquio. Una volta superato accederai al nostro primo corso di formazione, durante la quale apprenderai le basi delle tecniche di comunicazione e di vendita.

Non ti fidi di noi? Grazie per aver letto fino a questo a punto e spero tu riesca a trovare presto un lavoro. In caso contrario, sai dove trovarci.

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Gli obiettivi sono il motore della vita. Tu ne hai uno?

Che si tratti della tua vita privata o lavorativa, gli obiettivi sono il tuo motore: senza, non avrai la spinta necessaria a muoverti. Hai presente i pensionati che ti sembrano invecchiare precocemente? Non hanno più obiettivi e cadono vittima delle abitudini. Ma questo accade anche a molti giovani o ad alcune categorie di lavoratori.

Ma nello specifico, cos’è un obiettivo?
Un obiettivo di solito è un desiderio che vogliamo soddisfare, una meta da raggiungere, un punto di arrivo che corrisponde ai nostri desideri.
Questo vuol dire chiedersi: chi voglio essere nella vita? Quali sono le cose che vorrei e per le quali sono disposto a lavorare duramente? Quanto voglio guadagnare? Quanto sono disposto a crescere professionalmente?

E così via.
Rispondere a queste domande equivale a inserire il percorso sul navigatore della tua vita. Un volta definita la visione, percorrere la strada verso i tuoi obiettivi diventerà molto più semplice.
Indubbiamente ci vuole buona volontà, costanza e sì, un pizzico di fortuna, ma anche una buona dose di realismo e organizzazione aiuta. Per prima cosa bisogna stare con i piedi per terra e scindere i “sogni”, spesso irraggiungibili e poco concreti, dagli “obiettivi”, che sono sempre concreti, misurabili e raggiungibili.

Esempio:

“diventare ricco” è un sogno, 50 contratti in un mese in modo da guadagnare X provvigioni e un obiettivo.

Molte persone sognano di diventare ricchi ma non chiudono 50 contratti. Perché hanno programmato male il loro “navigatore”, e non hanno letto la parte successiva dell’articolo.

Come si raggiungono gli obiettivi?

Con le idee chiare. Se manca l’idea di fondo, l’idea precisa sul “dove si vuole andare”, agire di conseguenza e muoversi in quella direzione diventerà impossibile.

Nel cercare i tuoi obiettivi, quindi, pensa a dove vuoi andare e scrivilo da qualche parte, ti aiuterà a focalizzarlo.
Una volta fatto questo il secondo passo da compiere è “il darsi una scadenza”, ovvero dividere gli obiettivi in base al tempo che potrai impiegare per raggiungerli.
Procedi seguendo questa linea:

  • breve termine
  • medio termine
  • lungo termine


Inizia fissando gli obiettivi a breve termine, dando importanza alle cose che vanno già bene, per esempio, mantenere la tua resa ( da notare che ho scritto mantenere e non aumentare). Il raggiungimento di un obiettivo “facile” ti aiuterà in termini di entusiasmo.
Per quanto riguarda invece gli obiettivi a medio termine, fissa la realizzazione di un traguardo iun po’ più impegnativo: mantenere la resa +1
Infine, per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine punta a qualcosa di veramente importante, qualcosa che ti aiuti a crescere come persona, puoi scegliere tra: l’autostima, il rapporto di coppia, l’integrazione sociale, la crescita professionale, la famiglia.

Adesso che li hai fissati e ordinati per fattibilità, ti resta solo un ultimo passo da compiere, definirli secondo questo schema:

  • Cosa, inteso come l’obiettivo da raggiungere.
  • Come, dove descriverai con quali strumenti e con quali mezzi intendi raggiungere l’obiettivo.
  • Dove, che ti aiuterà a evidenzia il luogo o i luoghi dove svolgere l’attività necessaria a raggiungere l’obiettivo. Per esempio, vuoi mantenere la tua forma fisica? Avrai bisogno di fare esercizio e quindi andrai in palestra. Questo è un “dove”.
  • Chi, coinvolgerai qualcun altro nel raggiungimento del tuo obiettivo? Scrivi il nome e il ruolo che avrà, altrimenti scrivi solo io. Esempio: chiederò consiglio al mio supervisor.
  • Quando, quante ore al giorno dedicherai a quest’attività?
  • Perché, è la chiave di volta di tutto lo schema. Qui dovrai scrivere una risposta sincera – possibilmente in maiuscolo – da rileggere almeno una volta al giorno.

Ora è tutto nelle tue mani. Agisci, e porta a termine quanto ti sei prefissato e, ricorda, lo schema precedente è applicabile anche nella vita privata 

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Cosa differenzia RèSpeak dagli altri call center?

Ogni marchio nasce da un “perché”, un motivo che ha portato il suo fondatore a dare il via all’attività.

Apple vende l’innovazione, un nuovo stile di vita.

Nokia, a suo tempo, “connetteva le persone” tra loro.

Noi di RèSpeak siamo nati per ridare splendore al mondo dei call center, sporcato dalla condotta “discutibile” di alcuni datori di lavoro interessati solo al guadagno. Le voci negative sui call center sono all’ordine del giorno, soprattutto in grandi realtà cittadine come Napoli, dove i call center “truffatori” sono liberi di proliferare sfruttando le persone.

Pur se con qualche difficoltà, siamo riusciti in 10 anni di attività a portare una ventata di freschezza nel settore. Il nostro pay-off , “la tua Rèale Opportunità“,  ha aiutato le persone a capire che anche un ” call center” può darti stabilità economica, il rispetto e la possibilità di crescita professionale, che ogni lavoratore merita.

Oggi contiamo più di 400 collaboratori divisi tra le nostre sedi fisiche ( presenti in Campania e Calabria) e l’innovativa sede virtuale, che ha portato il “call center delle Rèali Opportunità” in tutto il paese.

Più volte, nel corso del tempo, ci siamo trovati costretti a chiudere le selezione ( o a indire formazioni straordinarie) a causa dell’altissimo numero di candidati…. e i nostri RèSpeaker continuano ad aumentare.

Chi sono i RèSpeaker?

I venditori telefonici 2.0. Una nuova e avanzata versione dell’operatore telefonico, che ha trovato in questo lavoro la sua “Rèale Opportunità”, grazie alle fantastiche innovazioni che abbiamo portato in questo campo!

Vediamole insieme!

Lavorare in un call center: inbound o outbound?

Partiamo dalle basi: qual è la differenza tra inbound e outbound? E in cosa la nostra realtà è differente?

Lavorare in inbound vuol dire, per l’operatore, fornire informazioni e assistenza al cliente che chiama. I servizi offerti cambiano in base alla compagnia per cui si lavora: un operatore addetto alla quality interna, per esempio, deve essere in grado di fornire informazioni sullo stato del contratto, quello che lavora per una compagnia assicurativa, invece, deve saper gestire la risoluzione di pratiche legate a sinistri o fornire informazioni in merito. E così via.

L’operatore che lavora in outbound è un venditore. A lui spetta il compito di vendere a colui che chiama, illustrando le offerte, i vantaggi del prodotto e/o eventuali servizi. Per questo quando si parla di pagamento si sente parlare di “fisso+provvigioni”: all’operatore viene riconosciuto un pagamento fisso orario, più un fisso sulle vendite effettuate.

Riuscire a trovare lavoro come operatore telefonico inbound in un call center è difficile, a meno che si scelga di lavorare per aziende che garantiscano e provino la possibilità di crescita professionale, come nel nostro caso. In RèSpeak l’inbound è il primo step di crescita professionale, il primo passo che il RèSpeaker compie verso la sua “Rèale Opportunità”: parola di chi ci lavora.

Lavorare in un call center: i requisiti richiesti e l’importanza della formazione

Quello nei call center viene etichettato da tutti come lavoro di poco conto, solo perché ai fini della candidatura sono richieste doti “pratiche”, chiamiamole così. In realtà un operatore telefonico deve possedere conoscenze informatiche, ottima dialettica, capacità di far leva sui bisogni dell’interlocutore e tante altre doti, che affiancate alla giusta formazione lo aiuteranno ad acquisire grandi competenze : nel campo della comunicazione, marketing e tecniche di vendita.

Deve essere l’azienda a prendersi carico della formazione dell’aspirante operatore, mettendo a disposizione dei corsi di formazione GRATUITI: almeno così dovrebbe essere. Molti call center, di quelli che puoi trovare in ogni angolo di Napoli invece, o ti fanno pagare l’accesso al corso di formazione – per lo più scadente – o ti mettono al telefono senza spiegarti nulla.

Per questo, quando si invia la candidatura è bene fare qualche domanda in più sul tipo e sulla durata della formazione. Senza, le possibilità di concludere vendite con successo si abbassano notevolmente, e di conseguenza anche il guadagno.

Noi di RèSpeak teniamo molto alla formazione dei nostri RèSpeaker.

Fin dal loro primo ingresso in azienda garantiamo un percorso costante e professionale ( online ), che parte con una corso base della durata di una settimana suddivisa in:

Giorni in aula, durante i quali vengono insegnati i principi, le tecniche e i segreti della comunicazione efficace

Pratica , affiancati dalla nostra responsabile che segue i nuovi operatori sul campo, istruendoli sul sistema operativo, su come tenere una perfetta conversazione, e su tutti gli altri segreti del mestiere. E questo vale sia che si scelga la modalità di lavoro in smart, che quella in fisico. L’unica differenza sta ne fatto che, chi decide di lavorare in una delle nostre sedi, svolgerà la pratica dal vivo, direttamente nella sede scelta, rispettando il turno di appartenenza. 

Ai nostri RèSpeaker viene inoltre garantito l’accesso gratuito a diversi corsi professionali . Sono tantissimi, e vanno dal marketing, alla comunicazione, passando per la corretta gestione del tempo fino ad arrivare a corsi Excel. In questo modo hanno la possibilità di accrescere le proprie attitudini professionali in uno specifico campo, e possono sfruttare la loro “Rèale Opportunità” di crescita all’interno dell’azienda.

Nei call center si inizia come operatore: si gestiscono i primi contatti e si perfezionano le tecniche di comunicazione.

Accumulata sufficiente esperienza, si passa a compiti di coordinamento e gestione di piccoli gruppi in qualità di Trainer. Il ruolo successivo è la posizione di Team Leader, che si occupa di ascoltare le telefonate degli operatori, per perfezionarne le strategie e migliorarne così i rendimenti individuali.

L’apice della carriera è rappresentato dal ruolo di responsabile di call center o Call Center Manager, che valuta le performance dell’intero servizio, si occupa di selezione e formazione degli operatori e cura le relazione con gli altri settori aziendali.

Noi di RèSpeak diamo la possibilità ai nostri RèSpeaker di compiere un passo in più!

Grazie agli strumenti messi a disposizione dall’azienda, chi vuole può decidere di afferrare la “Rèale opportunità” di far carriera in RèSpeak entrando a far parte del Corporate: il nostro direttore commerciale, la responsabile delle risorse umane, i membri del back office… sono tutti partiti dalle cuffiette!

Una magica combinazione di elementi, che rende potente la struttura dell’azienda e permette ai nostri RèSpeaker di lavorare con passione!

I call center fanno tutti schifo?

SI se scegli l’azienda sbagliata!

La tua rèale opportunità di lavoro

Lavorare e studiare insieme: si può?

Fino a qualche anno fa studiare e lavorare contemporaneamente era impensabile.

Grazie a internet e a tutte le nuove tecnologie, studiare e lavorare part time è una missione alla portata di tutti.

Sicuramente non sarà semplice, ma ci sono tante ragioni per cui ne varrà la pena, come ad esempio:

  • Acquisire ottime doti organizzative: coniugare università e lavoro  richiede un grande sforzo in termini di organizzazione.
  • Mettere in pratica i tuoi studi: se si studia e lavora si ha inevitabilmente la possibilità di applicare le conoscenze acquisite all’Università.
  • Guadagnare: il fine ultimo dello studiare e lavorare.

Come organizzarsi per studiare e lavorare contemporaneamente?

Ora passiamo al lato pratico della cosa. Come ci si organizza per conciliare studio e lavoro, senza che l’uno risenta dell’altro? Occorre una solida organizzazione, ed ecco qualche consiglio per riuscire nell’impresa senza impazzire:

  1. Scandisci bene il tempo: se hai l’impressione che le lancette dell’orologio corrano più veloce di te, probabilmente non hai pianificato bene la tua giornata. Procurati un’agenda e inizia a segnare i tuoi impegni.
  2. Non trascurarti: nella tua pianificazione della giornata ricordati di prevedere del tempo per te stesso. Per essere felice hai bisogno di divertirti e riposare. Ritagliati dei momenti per uscire con gli amici o guardare un film e non dimenticare di dormire sette-otto ore a notte;
  3. Acquisisci un metodo di studio efficace: per apprendere più velocemente. Cerca di capire quali sono le tecniche di apprendimento più efficaci per te e coniugale ai tuoi impegni e al tempo che intendi dedicare allo studio;
  4. Impara a gestire lo stress: a volte la pressione degli impegni può debilitare le tue giornate, con gravi ripercussioni sul tuo umore. Evita ritmi di studio e lavoro massacranti, e concediti le giuste pause.

Un consiglio in più: ci sono tantissimi lavori adatti per gli studenti e facilmente conciliabili con i ritmi di studio. Opta per un lavoro che impiega poco tempo, e che magari si svolga in smart working, in modo da evitare perdite tempo.

Lavora con noi da casa tua.

Per entrare in ufficio devi solo accendere il tuo pc ( collegato a una linea internet adsl o fibra),  indossare le cuffie et voilà, il turno ha inizio. L’unico spostamento richiesto è quello verso il computer.
Inoltre, per permetterti di seguire i corsi all’Università con tutta calma, tu e solo tu, potrai scegliere tra i seguenti turni:

  • dalle 11 alle 16
  • dalle 12 alle 16
  • dalle 12:30 alle 16
  • dalle 15 alle 20
  • dalle 16 alle 20.

Ovviamente, in caso di necessità, puoi concordare con il tuo Supervisor un cambio turno. E se ti assenti per sostenere un esame ( e lo superi con un voto da 25 in su ) la giornata per te è retribuita!

E se vuoi puoi frequentare anche uno dei nostri corsi! Come ti dicevo ne abbiamo tantissimi e sono tutti a tua disposizione… OVVIAMENTE GRATIS. Potrai sfruttarli per migliorare i tuoi risultati sul lavoro, coltivare una nuova passione, imparare a usare un software o per trovare la tua Rèale Opportunità all’interno dell’azienda. Cercaci su Google, noterai che non apriamo mai delle selezioni diverse da questa. Siamo per la meritocrazia, e preferiamo che siano i nostri RèSpeaker a far carriera.

Chi sono i RèSpeaker? 

Prendi un operatore call center classico e un corso di formazione professionale, shakera il tutto. Aggiungi poi una spruzzatina di affiancamento e la possibilità di lavorare da casa. Questo è un RèSpeaker!

Di cosa si occupano? 

Vendita luce e gas per residenziale e business, almeno inizialmente. Come ti dicevo prima, la possibilità di far carriera è sempre dietro l’angolo!

Quanto guadagnano? 

Noi abbiamo sposato la formula fisso mensile ( calcolato in base alle ore effettivamente lavorate durante l’arco del mese )+ provvigioni ( i famosi contratti). Calcolando poi gli eventuali bonus e premi le possibilità di guadagno diventano infinite. Fatto sta, che pur non stipulando nessun contratto ( impossibile ma prendiamola come ipotesi) porterai comunque a casa uno stipendio. In fase di colloquio la nostra RèSponsabile ti spiegherà tutto nei minimi dettagli, e a lei potrai fare tutte le domande che reputi opportune.

Ora sta a te scegliere.

Vuoi diventare un RèSpeaker e muovere i tuoi primi passi verso l’indipendenza economica?

Compila il modulo e invia la candidatura. La nostra RèSponsabile ti contatterà da questo numero 02 4004 3639, per fissare la data del tuo colloquio.

Come migliorare la tua vendita telefonica, i consigli degli esperti

Il segreto per chiudere più vendite?

Tenere a mente che stai parlando con una persona in carne e ossa, con dei bisogni, paure e aspettative e poi con il “cliente”. I vantaggi che proponi, quindi, devono essere evidenti e chiari.

Ti faccio un esempio:

<< Con la tariffa che le proponiamo risparmierà sulla bolletta della luce>>

<< Grazie all’offerta che le propongo potrà risparmiare X € sulla bolletta della luce, senza vincoli sull’uso degli elettrodomestici. >>

Noti qualche differenza?

Il cliente percepisce i vantaggi che può capire e misurare facilmente, per questo è importantissimo fare delle domande e, ovviamente, ascoltare attentamente tutte le risposte. Solo così potrai fare delle proposte “desiderate” dal cliente, e vendere un prodotto che porterà nella sua vita dei benefici.

Alcuni degli interessi personali che motivano all’acquisto sono:

  • il risparmio economico, di tempo e fatica
  • la salute
  • il benessere
  • l’apprezzamento degli altri
  • l’amore degli altri
  • il consenso degli altri
  • la sicurezza
  • la protezione
  • il divertimento
  • il piacere
  • la crescita
  • la bellezza fisica
  • la forma

La comprensione dei benefici che la nostra offerta può portare al cliente è fondamentale, se l’interlocutore non percepisce quali sono i suoi vantaggi perde l’interesse.

Se perde l’interesse vede solo i costi.

Ogni cliente è unico e come tale va trattato, tienilo bene a mente.

Il venditore ha cambiato ruolo, ieri era un venditore di prodotti/servizi, oggi è un consulente che vende soluzioni ai problemi.