Le storie dei RèSpeaker

La “rèale opportunità di ricominciare” – la storia di Marianna

<< Ho sessant’anni ricchi di vissuto >> racconta Marianna Gravina, Rèspeaker nella sede del Vomero << sessant’anni pieni di sconfitte, altrettante vittorie, sogni irrealizzati e altri ancora stretti in pugno… ma questo non mi ha mai demotivato. Avevo chiuso la mia attività ed ero stanca…stanca di porte sbattute in faccia, stanca di essere sfruttata, ed ho deciso di mettermi in gioco. Con questo spirito sono arrivata in RèSpeak! Mi sono spogliata di quelle che potevano essere le mie esperienze passate e ho ricominciato da zero. Lavoro con RèSpeak dal 17 maggio 2019, il 17 mi porta fortuna, sono nata in questo giorno! Sono contenta di aver colto questa nuova opportunità che la vita mi ha messo davanti. Sono contenta di essermi ricreduta sugli outbound. RèSpeak mi ha dato l’opportunità di reinserirmi nel mercato del lavoro! >>

Perché c’è per tutti noi la possibilità di un grande cambiamento nella vita che equivale più o meno a una seconda possibilità di nascere..bisogna solo saper cogliere le rèali opportunità che la vita ci propone, come ha fatto Marianna!

Se anche tu vuoi seguire l’esempio di Marianna e riprendere in mano le redini della tua vita, visita la sezione “lavora con noi ” del sito e compila in modulo.

Le storie dei RèSpeaker

“Tornerò per lavorare negli uffici”- la profetica promessa di Delia

Questa è la storia di Delia, una studentessa universitaria come tante, che per non pesare eccessivamente sul bilancio familiare decise di mettersi alla ricerca di un lavoro part-time.
La scelta del call center, in barba ai pregiudizi che aleggiano intorno a questo settore le sembrò subito la più opportuna, visto l’impegno part time richiesto da questo lavoro.

Decise quindi di candidarsi all’offerta di lavoro in vigore presso la sede RèSpeak di Marano, e il solo colloquio fu utile a far si che ogni pregiudizio cadesse.
L’appoggio e la disponibilità di Alessandra e Marina, le team leader dell’epoca, uniti all’ambiente giovane e dinamico che caratterizza questo tipo di lavoro, fecero si che tra la sala e Delia scattasse subito il colpo di fulmine.
Il primo giorno al telefono, dopo la settimana di formazione prevista, Delia siglò tre contratti: un totale non da poco per una “novizia” del settore.
La nuova arrivata venne accolta subito a braccia aperte dai colleghi, pronti a metterla a suo agio e ad insegnarle tutti i trucchi del mestiere.
Di conseguenza i risultati continuarono a migliorare.
E non fu l’unico traguardo raggiunto.
Ben presto arrivò anche la crescita personale.
Lavorare in un call center vuol dire stare a stretto contatto con le persone, e questo non può che migliorare la capacità di relazione e di comunicazione.
Le nuove doti si rivelarono utilissime per i suoi studi.Il lavoro le piaceva, e in quella stessa sala Delia aveva degli amici, ma dopo 5 mesi la sua avventura in RèSpeak giunse al temine, visto che il tirocinio formativo previsto dal suo corso di laurea era alle porte.

Al momento dei saluti però, Delia pronunciò alle sue team leader una frase quasi profetica: “me ne vado, ma tornerò laureata e cercherò di entrare negli uffici”. E così è stato. Dopo aver conseguito la laurea in scienze politiche e relazioni internazionali con una votazione di 104, Delia iniziò a cercare lavoro e ad inviare curriculum, inciampando, quasi per caso, in un’offerta di lavoro indetta da quella stessa società che fa capo al marchio RèSpeak.
Oggi, come aveva promesso, fa parte degli uffici amministrativi.
Perché si torna sempre dove si è stati bene.

Le storie dei RèSpeaker

Come ho trovato “la rèale opportunità” sfidando i pregiudizi – la storia di Antonio Aliberto

Questa è la storia di Antonio, uno dei nostri collaboratori più giovani, l’attuale Rèteam leader della sede di via Toledo, Antonio Aliberto.

All’anagrafe Antonio rientra nella generazione di quelli che, usando un’inglesismo, vengono chiamati NEET: Neither in Employment nor in Education or Training alias quei giovani che non studiano, nè lavorano, nè sono impegnati in qualsiasi tipo di formazione. I “giovani d’oggi” – così come li chiamiamo noi in Italia – che trascorrono le giornate a lamentarsi dell’assenza di un lavoro che in realtà non cercano o preferiscono rifiutare, restando seduti comodi sul divano di mamma e papà.

Ecco, Antonio appartiene a questa generazione, ma i punti in comune finiscono li.

Quando è arrivato da noi – a fine gennaio 2019 – aveva solo 22 anni, ed era spaventato da tutte le voci che si sentono in giro sui call center, e da quanto letto qui e lì su siti e giornali. Nonostante questo però, aveva negli occhi quel fuoco tipico di chi vuole fare strada nella vita. La determinazione è una dote molto apprezzata in RèSpeak.

Entrato in sala a febbraio, dopo il periodo di formazione, a marzo era già operatore quality. Ma il talento quando c’è va premiato, ancora e ancora, ed ecco che a maggio 2019 Antonio compie un’ulteriore passo verso la sua “rèale opportunità” diventando RèTrainer della sede di via Toledo. Il successivo passo poi lo farà a fine marzo 2020 diventando RèTeam Leader.

<< In RèSpeak tutto quello che ho avuto è stata tanta fiducia, fin dal primo giorno in cui sono entrato in azienda. Trovare qualcuno che creda in te ancora prima che tu gli abbia potuto dimostrare qualcosa è alquanto raro. Quando sono arrivato avevo dei dubbi in relazione a ciò che si sente dire sui call center per strada, tra gli amici, sui giornali, ma mi sono reso subito conto che sono timori che in RèSpeak non trovano fondamento. Qui ho avuto la possibilità di crescere sia professionalmente che come persona. RèSpeak mi ha dato la possibilità di affermarmi. Sono felice di lavorare qui >>

La disoccupazione giovanile in Italia è del 28,7% , ovvero 1 giovane su 3 è senza lavoro. Alcuni giovani preferiscono partire per l’estero in cerca di fortuna, ma anche li, prima di poter far valere il tanto sudato titolo di studio bisogna far gavetta, partendo dalle cucine di un ristorante, o pulendo i piani degli Hotel. E molte persone in quelle cucine o a fare le pulizie finiscono per restarci.

Ma imprenditori e manager che apprezzano e premiano il talento ci sono anche qui in Italia, bisogna solo saperli riconoscere. Antonio, Delia, Daniela, Francesca…di universitari e giovani in RèSpeak ce ne sono tantissimi, e puoi leggere le loro storie nella sezione “le storie dei RèSpeaker”.

Diversi i motivi che li hanno spinti ad iniziare e diversi i motivi che li hanno spinti a rimanere, dando corpo e anima a questo nuovo modello di call center. Tutti sono però accomunati da una costante: hanno creduto che questo call center potesse aprirgli la porta su un mondo di opportunità.
Appunto, la 𝑟𝑒̀𝑎𝑙𝑒 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀

Antonio la sua di “rèale opportunità” la vive ogni giorno. Mai ha pensato di cambiare lavoro anzi, pianifica il suo futuro in RèSpeak e si vede crescere ancora all’interno dell’azienda, di quella stessa azienda che gli ha regalato anche la possibilità di stringere dei legami affettivi, di quelli che ti restano per la vita.
Tutto questo perché ha saputo mettere da parte i pregiudizi e ragionare con la propria testa. E la vita si sa, premia sempre gli audaci.

Tu sei pronto a fare lo stesso? Pensaci bene. La tua “rèale opportunità” potrebbe essere più vicina di quanto credi.

Lavora con noi

Le storie dei RèSpeaker

Dal call center a CCM – la storia della crescita professionale di Marina

Marina Vitale è una donna come tante altre, con tanti sogni e in cerca d’indipendenza. Come tutti al mondo, ha svolto diversi lavori prima di dedicarsi alla sua passione, la scrittura, accumulando forse qualche delusione di troppo.
Conseguendo il tesserino da pubblicista non si aprono porte, questo l’aspirante giornalista lo scopre solo dopo, e a nulla valgono le collaborazioni con tutte le testate di questo mondo: il pagamento è sempre in visibilità o di pochi spiccioli.
Ma solo i divi del cinema e le star della televisione possono pagare il salumiere con la loro “fama”, i comuni mortali devono guadagnare.
Per questo Marina decise di fare un colloquio nel call center RèSpeak di Marano di Napoli, mossa dalla necessità e con la tristezza nel cuore, che contraddistingue chi è costretto ad accantonare un sogno. È stata assunta nel 2015, aveva già trent’anni, quell’età in cui le porte si chiudono e le probabilità di trovare un lavoro diminuiscono.
Grazie alle sue doti personali, all’appoggio dei team leader, e alla formazione costante fornita dall’azienda, Marina è riuscita ben presto a farsi strada. Oggi, a quattro anni di distanza dalla sua assunzione è la call center manager della sede di Marano, la stessa dove aveva mosso i suoi primi passi, e che attualmente gestisce in autonomia.

Perché nei call center, come in qualsiasi altro lavoro, è l’impegno a fare la differenza

Fa anche tu come Marina! Invia la candidatura e Cogli al volo la tua “rèale opportunità”